Convegno “Luigi Poletti: Ingegnere, Architetto e Progettista di Teatri”
a cura di Francesco Amendolagine
Relatori: Francesco Amendolagine, Federico Bulfone Gransinigh, Rosita Copioli, Debora Dameri, Raffaele Giannantonio, Stefano Maccarini Foscolo Canella, Gabriella Filomena Marangelli, Livio Petriccione, Giampiero Piscaglia, Roberto Righini,
Claudio Strinati, Yuri Strozzieri, Lamberto Tronchin, Maria Grazia Turco, Claudio Varagnoli
PROGRAMMA
ACCREDITAMENTO AL CONVEGNO: 9.00
SALUTI ISTITUZIONALI 9.05 -9.15:
Dott.ssa Roberta Frisoni, Assessore all’Urbanistica e Pianificazione del Territorio del Comune di Rimini
INDIRIZZI DI SALUTO 9:15
Professore Claudio Strinati, Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca
Architetto Gabriella Filomena Marangelli, Presidente Ordine degli Architetti di Rimini
Ingegnere Roberto Righini, Presidente Ordine degli Ingegneri di Rimini
Dottoressa Debora Dameri, Direttrice delle Biblioteche e Archivio Storico Comunale di Modena
RELAZIONI
9.30 Architetto PhD Yuri Strozzieri (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma)
“Alla forma primitiva. Conservazione e restauro in alcuni interventi di Luigi Poletti”
10.00 Professoressa Maria Grazia Turco (Università La Sapienza di Roma)
“Teatri storici. Questioni di storia, questioni di restauro”
10.30 Professore Claudio Strinati (Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca)
“Il purismo e la Roma di Luigi Poletti”
11.00 Pausa
11.30 Professoressa Rossella de Cadilhac (Politecnico di Bari)
“Luigi Poletti nella ricostruzione di San Venanzio a Camerino”
12.00 Architetto PhD Livio Petriccione (Università degli Studi di Padova)
“L’innovazione tecnologica nella progettazione dei teatri all’italiana di Luigi Poletti”
Architetto Laura Berardi e Architetto Carmine Cefalo (Comune di Rimini)
“Il Teatro di Luigi Poletti. Dalle fonti storiche alla ricostruzione”
12.45 Pausa
14.00 Architetto Stefano Maccarini Foscolo Canella (Presidente Associazione Alberto Franchetti)
“Luigi Poletti e la “macchina” teatrale”
14.30 Professore Attilio Giovagnoli (Professore di Storia dell’Arte)
“Luigi Poletti architetto teatrale”
15.00 Dottoressa PhD Giulia Vannoni (Critico musicale)
“Con orecchio ottocentesco: come e cosa si ascoltava nei teatri d’opera del XIX secolo”
15.30 Dottoressa Annarosa Vannoni (Conservatorio di Bologna)
“La vita musicale riminese nella prima metà dell’Ottocento”
16.00 Pausa nella sala Ressi con intermezzo musicale
16.30 Professore Raffaele Giannantonio (Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara)
“Architettura del teatro ottocentesco in Abruzzo”
- 17.00 Professore Lamberto Tronchin (Università degli Studi di Bologna)
“L'Acustica dei Teatri polettiani: da Fano a Rimini”
- 17.30 Professore Francesco Amendolagine (Università eCampus)
“Luigi Poletti e il teatro: la poetica della cornice ovvero la decorazione come substantia rerum in attesa di ornamento e delitto”
Dopo la ricostruzione del teatro Galli di Rimini, opera dell’architetto Luigi Poletti (1792-1869), sembra opportuno tentare la sintesi di tutta la documentazione emersa durante il lungo processo di avvicinamento prima e di esecuzione poi del progetto ricostruttivo che ha portato a ridare alla città, dopo un iter progettuale che parte dal dopo guerra e giunge fino a noi, il suo storico teatro d’opera. Uno dei risultati più significativi emersi dalle ricerche è stato il ruolo svolto dall’architetto Luigi Poletti nella costruzione del sistema dei teatri italiani che, alla metà del XIX secolo arricchisce il territorio nazionale e che si dà come una delle eccellenze, in ambito europeo, nel doppio campo della musica e dell’architettura. Per cogliere il significato dell’opera del Poletti, considerando i suoi risultati positivi soprattutto nel settore del rapporto tra musica e architettura, è necessario offrire un confronto su tutte le testimonianze emerse e permettere, attraverso un Convegno, una messa in ordine delle conoscenze scientifiche, storiche e soprattutto architettoniche non solo sviluppate nell’impegno professionale relativo ai tre teatri costruiti a Rimini, Fano e Terni ma dispiegate anche nell’acustica, nella tecnica costruttiva, nell’idraulica e nella decorazione.
Il Convegno ha pertanto l’obiettivo, in prima istanza, di analizzare la produzione teatrale del Poletti in relazione a tutte le contemporanee architetture di cui si è arricchita l’area specifica del centro Italia, confrontata con la produzione nazionale ed europea con particolare attenzione alla Francia.
Da questo punto forte di riferimento il Convegno cercherà di riquadrare il teatro di Rimini nella produzione museale contemporanea con tutti gli aspetti musicali distanti o tangenti che legano l’acustica teatrale alla produzione lirica contemporanea. Bisogna infatti considerare che i teatri del Poletti vengono costruiti nel momento più intenso della produzione lirica delle diverse scuole italiane, che possono elencarsi tra molti, i quattro pilastri della musica lirica nazionale post mozartiana: Rossini, Donizetti, Bellini e Verdi.
Le ricerche attuate hanno mostrato con evidenza come il teatro di Rimini travalichi, come monumento, il suo ruolo specifico per essere testimonianza, soprattutto con le sue decorazioni, dei ferventi culturali e politici che andarono affermandosi nella città, fermenti che vedono il Poletti attore significativo soprattutto attraverso i rapporti con l’aristocrazia legata all’avventura napoleonica e alla borghesia liberale influenzata dalla massoneria speculativa che andava trasformandosi in movimento non più internazionalista, ma impegnata nel raggiungimento della Unità patriottica. Il Poletti, visto a tutto tondo, apre anche alla rilettura della politica e in particolare quella culturale dello Stato della Chiesa negli ultimi anni del suo potere temporale.
L’avventura professionale dell’architetto e ingegnere modenese mostra il tentativo di aggiornamento che pervade l’azione politica del papato alla metà dell’Ottocento e l’originalità di alcune tematiche affrontate sul versante della metodologia del restauro che con l’incendio di San Paolo fuori le mura si pone, per la prima volta, domande e dà risposte, attraverso il progetto del Poletti, che saranno alla base della metodologia del restauro che andrà affermandosi, sul versante conservativo, nei due secoli successivi per giungere a dare i suoi frutti ai giorni nostri.
Solo in questa visione ampia, che con tagli sincronici travalica la trama cronologica che ha caratterizzato sino a oggi la lettura “tradizionale” del Poletti, si può giungere a illuminare ulteriormente la sua opera.
Il Convegno, quindi, cercherà di riscrivere il ruolo di questo architetto-ingegnere e la sua efficacia all’interno del dibattito e dei risultati del suo impegno progettuale e del suo ruolo nel sociale e comprendere anche la sua catalogazione in una definizione stilistica affascinante quanto ancora da fondare su una sua riscoperta. La definizione è quella che è stata coniata per lui e su di lui dalla critica degli anni settanta del secolo breve, cioè: il Poletti come rappresentante del “neoclassico purista”, cioè l’ultimo artista capace di porre un linguaggio, quello neoclassico, alla fine del suo darsi storico. Uno stile alla fine della sua storia che corrisponde anche alla fine dello Stato, quello del potere laico del Papa Re, entro cui Luigi Poletti aveva rappresentato la figura e il ruolo dell’architetto del Principe.
Con il parocinio di